Messaggio per la Quaresima 2021

Il testo del Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2021 sul tema: “Ecco, noi saliamo a Gerusalemme…” (Mt 20,18).

Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità.

Cari fratelli e sorelle,
annunciando ai suoi discepoli la sua passione, morte e risurrezione, a compimento della volontà del Padre, Gesù svela loro il senso profondo della sua missione e li chiama ad associarsi ad essa, per la salvezza del mondo.
Nel percorrere il cammino quaresimale, che ci conduce verso le celebrazioni pasquali, ricordiamo Colui che «umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce» (Fil 2,8). In questo tempo di conversione rinnoviamo la nostra fede, attingiamo l’“acqua viva” della speranza e riceviamo a cuore aperto l’amore di Dio che ci trasforma in fratelli e sorelle in Cristo. Nella notte di Pasqua rinnoveremo le promesse del nostro Battesimo, per rinascere uomini e donne nuovi, grazie all’opera dello Spirito Santo. Ma già l’itinerario della Quaresima, come l’intero cammino cristiano, sta tutto sotto la luce della Risurrezione, che anima i sentimenti, gli atteggiamenti e le scelte di chi vuole seguire Cristo.
Il digiuno, la preghiera e l’elemosina, come vengono presentati da Gesù nella sua predicazione (cfr Mt 6,1-18), sono le condizioni e l’espressione della nostra conversione. La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa.

1. La fede ci chiama ad accogliere la Verità e a diventarne testimoni, davanti a Dio e davanti a tutti i nostri fratelli e sorelle
In questo tempo di Quaresima, accogliere e vivere la Verità manifestatasi in Cristo significa prima di tutto lasciarci raggiungere dalla Parola di Dio, che ci viene trasmessa, di generazione in generazione, dalla Chiesa. Questa Verità non è una costruzione dell’intelletto, riservata a poche menti elette, superiori o distinte, ma è un messaggio che riceviamo e possiamo comprendere grazie all’intelligenza del cuore, aperto alla grandezza di Dio che ci ama prima che noi stessi ne prendiamo coscienza. Questa Verità è Cristo stesso, che assumendo fino in fondo la nostra umanità si è fatto Via – esigente ma aperta a tutti – che conduce alla pienezza della Vita.
Il digiuno vissuto come esperienza di privazione porta quanti lo vivono in semplicità di cuore a riscoprire il dono di Dio e a comprendere la nostra realtà di creature a sua immagine e somiglianza, che in Lui trovano compimento. Facendo esperienza di una povertà accettata, chi digiuna si fa povero con i poveri e “accumula” la ricchezza dell’amore ricevuto e condiviso. Così inteso e praticato, il digiuno aiuta ad amare Dio e il prossimo in quanto, come insegna San Tommaso d’Aquino, l’amore è un movimento che pone l’attenzione sull’altro considerandolo come un’unica cosa con sé stessi (cfr Enc. Fratelli tutti, 93).
La Quaresima è un tempo per credere, ovvero per ricevere Dio nella nostra vita e consentirgli di “prendere dimora” presso di noi (cfr Gv 14,23). Digiunare vuol dire liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra, anche dalla saturazione di informazioni – vere o false – e prodotti di consumo, per aprire le porte del nostro cuore a Colui che viene a noi povero di tutto, ma «pieno di grazia e di verità» (Gv 1,14): il Figlio del Dio Salvatore.

2. La speranza come “acqua viva” che ci consente di continuare il nostro cammino
La samaritana, alla quale Gesù chiede da bere presso il pozzo, non comprende quando Lui le dice che potrebbe offrirle un’“acqua viva” (Gv 4,10). All’inizio lei pensa naturalmente all’acqua materiale, Gesù invece intende lo Spirito Santo, quello che Lui darà in abbondanza nel Mistero pasquale e che infonde in noi la speranza che non delude. Già nell’annunciare la sua passione e morte Gesù annuncia la speranza, quando dice: «e il terzo giorno risorgerà» (Mt 20,19). Gesù ci parla del futuro spalancato dalla misericordia del Padre. Sperare con Lui e grazie a Lui vuol dire credere che la storia non si chiude sui nostri errori, sulle nostre violenze e ingiustizie e sul peccato che crocifigge l’Amore. Significa attingere dal suo Cuore aperto il perdono del Padre.
Nell’attuale contesto di preoccupazione in cui viviamo e in cui tutto sembra fragile e incerto, parlare di speranza potrebbe sembrare una provocazione. Il tempo di Quaresima è fatto per sperare, per tornare a rivolgere lo sguardo alla pazienza di Dio, che continua a prendersi cura della sua Creazione, mentre noi l’abbiamo spesso maltrattata (cfr Enc. Laudato si’, 32-33.43-44). È speranza nella riconciliazione, alla quale ci esorta con passione San Paolo: «Lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5,20). Ricevendo il perdono, nel Sacramento che è al cuore del nostro processo di conversione, diventiamo a nostra volta diffusori del perdono: avendolo noi stessi ricevuto, possiamo offrirlo attraverso la capacità di vivere un dialogo premuroso e adottando un comportamento che conforta chi è ferito. Il perdono di Dio, anche attraverso le nostre parole e i nostri gesti, permette di vivere una Pasqua di fraternità.
Nella Quaresima, stiamo più attenti a «dire parole di incoraggiamento, che confortano, che danno forza, che consolano, che stimolano, invece di parole che umiliano, che rattristano, che irritano, che disprezzano» (Enc. Fratelli tutti [FT], 223). A volte, per dare speranza, basta essere «una persona gentile, che mette da parte le sue preoccupazioni e le sue urgenze per prestare attenzione, per regalare un sorriso, per dire una parola di stimolo, per rendere possibile uno spazio di ascolto in mezzo a tanta indifferenza» (ibid., 224).
Nel raccoglimento e nella preghiera silenziosa, la speranza ci viene donata come ispirazione e luce interiore, che illumina sfide e scelte della nostra missione: ecco perché è fondamentale raccogliersi per pregare (cfr Mt 6,6) e incontrare, nel segreto, il Padre della tenerezza.
Vivere una Quaresima con speranza vuol dire sentire di essere, in Gesù Cristo, testimoni del tempo nuovo, in cui Dio “fa nuove tutte le cose” (cfr Ap 21,1-6). Significa ricevere la speranza di Cristo che dà la sua vita sulla croce e che Dio risuscita il terzo giorno, «pronti sempre a rispondere a chiunque [ci] domandi ragione della speranza che è in [noi]» (1Pt 3,15).

3. La carità, vissuta sulle orme di Cristo, nell’attenzione e nella compassione verso ciascuno, è la più alta espressione della nostra fede e della nostra speranza
La carità si rallegra nel veder crescere l’altro. Ecco perché soffre quando l’altro si trova nell’angoscia: solo, malato, senzatetto, disprezzato, nel bisogno… La carità è lo slancio del cuore che ci fa uscire da noi stessi e che genera il vincolo della condivisione e della comunione.
«A partire dall’amore sociale è possibile progredire verso una civiltà dell’amore alla quale tutti possiamo sentirci chiamati. La carità, col suo dinamismo universale, può costruire un mondo nuovo, perché non è un sentimento sterile, bensì il modo migliore di raggiungere strade efficaci di sviluppo per tutti» (FT, 183).
La carità è dono che dà senso alla nostra vita e grazie al quale consideriamo chi versa nella privazione quale membro della nostra stessa famiglia, amico, fratello. Il poco, se condiviso con amore, non finisce mai, ma si trasforma in riserva di vita e di felicità. Così avvenne per la farina e l’olio della vedova di Sarepta, che offre la focaccia al profeta Elia (cfr 1 Re 17,7-16); e per i pani che Gesù benedice, spezza e dà ai discepoli da distribuire alla folla (cfr Mc 6,30-44). Così avviene per la nostra elemosina, piccola o grande che sia, offerta con gioia e semplicità.
Vivere una Quaresima di carità vuol dire prendersi cura di chi si trova in condizioni di sofferenza, abbandono o angoscia a causa della pandemia di Covid-19. Nel contesto di grande incertezza sul domani, ricordandoci della parola rivolta da Dio al suo Servo: «Non temere, perché ti ho riscattato» (Is 43,1), offriamo con la nostra carità una parola di fiducia, e facciamo sentire all’altro che Dio lo ama come un figlio.
«Solo con uno sguardo il cui orizzonte sia trasformato dalla carità, che lo porta a cogliere la dignità dell’altro, i poveri sono riconosciuti e apprezzati nella loro immensa dignità, rispettati nel loro stile proprio e nella loro cultura, e pertanto veramente integrati nella società» (FT, 187).

Cari fratelli e sorelle, ogni tappa della vita è un tempo per credere, sperare e amare. Questo appello a vivere la Quaresima come percorso di conversione, preghiera e condivisione dei nostri beni, ci aiuti a rivisitare, nella nostra memoria comunitaria e personale, la fede che viene da Cristo vivo, la speranza animata dal soffio dello Spirito e l’amore la cui fonte inesauribile è il cuore misericordioso del Padre.
Maria, Madre del Salvatore, fedele ai piedi della croce e nel cuore della Chiesa, ci sostenga con la sua premurosa presenza, e la benedizione del Risorto ci accompagni nel cammino verso la luce pasquale.

Roma, San Giovanni in Laterano, 11 novembre 2020, memoria di San Martino di Tours12 Febbraio 2021

Parola per la settimana: Toccare

Toccare = venire a contatto con qualcuno o con qualcosa.

Quando una cosa ti tocca, vuol dire che ti colpisce, che fa nascere in te qualcosa di nuovo. Quando la parola di qualcuno ti tocca, vuol dire non solo che la ascolti, ma che arriva a guardare dentro di te e la lasci entrare. Vuol dire che non sei più solo nella tua solitudine ma che qualcuno ti incontra, che il tuo cuore diventa degno di essere amato perché quella parola entra non con violenza, ma con riconoscenza. Una parola ti tocca quando ti riconosce, quando dà il nome alle cose, quando non ti violenta, non spaventa … ma purifica!

Il Maligno ci fa guardare con giudizio negativo la nostra fragilità, lo Spirito invece la porta alla luce con tenerezza. È la tenerezza la maniera migliore per toccare ciò che è fragile in noi. Il dito puntato e il giudizio che usiamo nei confronti degli altri molto spesso sono segno dell’incapacità di accogliere dentro di noi la nostra stessa debolezza, la nostra stessa fragilità. Solo la tenerezza ci salverà dall’opera dell’Accusatore (cfr Ap 12,10). Per questo è importante incontrare la Misericordia di Dio, specie nel Sacramento della Riconciliazione (la Confessione), facendo un’esperienza di verità e tenerezza. Paradossalmente anche il Maligno può dirci la verità, ma, se lo fa, è per condannarci. Noi sappiamo però che la Verità che viene da Dio non ci condanna, ma ci accoglie, ci abbraccia, ci sostiene, ci perdona. La Verità si presenta a noi sempre come il Padre misericordioso della parabola (cfr Lc 15,11-32): ci viene incontro, ci ridona la dignità, ci rimette in piedi, fa festa per noi, con la motivazione che «questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (v. 24). (da Patris Corde, Lettera Apostolica del Santo Padre Francesco, 8 dicembre 2020)

Il Signore Gesù nel Vangelo incontra il lebbroso, e prima lo tocca e poi gli dice “Lo voglio, sii purificato subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato, cioè su salvato. Prima il Signore “tocca” e poi “parla”. Come nella liturgia, tutti i gesti della Chiesa fatti nel nome del Signore sono gesti e parole. Gesti che mostrano la presenza del Signore e parole che ne spiegano l’efficacia.

Come cristiani siamo chiamati a guarire gli altri annunciando l’incontro con Gesù che salva … Toccalo e sarai salvata! Toccalo e sarai salvato! Questo è il modo con cui noi cristiani possiamo confortarci nella prova.

E la Chiesa oggi prolunga la presenza di Gesù Cristo e la sua opera nel mondo, perché ogni uomo incontrato dalla Chiesa e dalla grazia dello Spirito Santo riconosca la Sua presenza. Il Padre ha annullato in Cristo ogni separazione e distanza, perché nessuno di noi possa dire “Dio è lontano” quando incontra Cristo e la sua presenza.

Ma ricorda: serve a poco essere toccati e guariti da Cristo, se non si vive quella vita nuova che Lui ci ha donato!

Don Simone

Se puoi, dona per la nostra chiesa: https://gf.me/u/y3i92u

Parola per la settimana: Conforto

Significa fortificare, ristorare e ricreare.

Da qualcuno che conforta, non ci si aspettano solo parole consolanti, ma che faccia rinascere in noi la forza di vivere. La Santissima Trinità continuamente compie questa opera: il Padre è conforto per coloro che si affidano a lui perché continuamente cerca i suoi figli, Cristo si fa vicino ad ogni uomo che si lascia toccare dalla sua grazia e lo salva con la sua misericordia, lo Spirito Santo conforta perché è paraclito e quindi presente con la sua efficacia che dona vita nuova a coloro che lo invocano.

Anche i fratelli nella fede e gli amici sono presenza che conforta, quando non si limitano a parole buone, ma danno la forza dello Spirito Santo a chi ne ha bisogno: quando si fanno forti-nel-forte! I santi sono conforto per noi in questo perché intercessori di quella forza e con la vita, la novità di Cristo!

Viviamo in un tempo in cui tante aziende e attività hanno bisogno dei ristori economici da parte delle autorità per ritrovare capacità economica: allo stesso modo e con maggiore forza abbiamo bisogno del conforto dello Spirito Santo che ridoni forza al nostro spirito per compiere ogni azione. Il conforto della fede ci fa passare da vittime di questo tempo a protagonisti dell’opera di Dio attraverso il Suo Spirito.

Questa domenica ci ha mostrato un Dio che conforta i suoi figli: si fa vicino allo sconforto di Giobbe nel suo dolore inconsolabile, è spinta di zelo per san Paolo ad annunciare il Vangelo ed è incontro che guarisce con la suocera di Pietro e per tutti i malati che gli vengono portati.

Anche noi possiamo accedere al conforto del Signore oggi: da sempre i conforti religiosi sono propri i sacramenti, che danno all’uomo la forza di Cristo, segni efficaci che donano all’uomo la presenza del Signore. Perciò in questi giorni, di zona rossa per noi, accediamo a piene mani al conforto del Signore, nel chiedere e ricevere i sacramenti del Signore, in particolare la Confessione e la Comunione.

Le chiese sono aperte e i sacerdoti e i ministri di Cristo sono disponibili, anche per telefono, Non accontentarti di parole, ma cerca lo Spirito di Dio che ti ridoni vita, la vita eterna che Cristo ci ha ottenuto!

Don Simone

Se puoi, dona per la nostra chiesa: https://gf.me/u/y3i92u

Ridiamo una chiesa a Bagnaia!

DONA ADESSO: Raccolta fondi per la Chiesa di Bagnaia

La nostra Parrocchia di Sant’Andrea Apostolo in Bagnaia (Perugia) organizza questa raccolta fondi per finanziare i lavori di consolidamento della sua chiesa parrocchiale, già parzialmente finanziati dalla Conferenza Episcopale Italiana.

A 130 anni dalla costruzione della nostra chiesa, a seguito dell’evento sismico del 30 Ottobre 2016 e precedenti che hanno causato danni alle strutture della chiesa ed hanno aggravato le condizioni statiche di alcuni archi e di alcune volte della navata, la chiesa, con Ordinanza del Sindaco del 12 Gennaio 2018, è stata dichiarata “inagibile, quindi non utilizzabile, fino all’avvenuto ripristino delle condizioni di sicurezza”.

I lavori consistono nella demolizione e ricostruzione della copertura della chiesa, nonché nel consolidamento degli archi, delle volte e della cupola che formano il soffitto della navata. Tutta la vecchia ed ammalorata struttura di legno (capriate, travi, travicelli) che sorregge le falde di copertura sarà sostituita con una struttura nuova, più leggera e resistente, lasciando invariata la forma e le caratteristiche architettoniche del tetto esistente. Il consolidamento delle volte, degli archi e della cupola dell’abside saranno eseguiti utilizzando le tecniche ed i materiali attualmente più evoluti, che hanno garantito il rispetto della storicità delle architetture e l’affidabilità degli interventi.

Per realizzare questo progetto, il totale dell’importo dei lavori si attesta sui 350.000 €. Viste le dimensioni ridotte della nostra comunità (circa 1000 abitanti) la parrocchia è nella possibilità di impegnarsi per coprire solo parte di questa quota. Possiamo già contare sul contributo della Conferenza Episcopale Italiana di 250.000 €.

Già dai primi tempi di chiusura, ci siamo mossi per raccogliere i fondi
necessari a coprire la parte a nostro carico, attraverso cene di beneficienza e collette. Oggi puoi aiutarci donando in questi modi:

ONLINE: attraverso il sito Raccolta fondi per la Chiesa di Bagnaia su GoFundMe

BONIFICO: sul C/C Postale, IBAN IT67E0760103000001043754710, intestato
a “Parrocchia S. Andrea in Bagnaia”, specificando la causale “Consolidamento Chiesa di S. Andrea da …”.

A MANO: direttamente nelle mani del parroco quando verrai a trovarci

Abbiamo bisogno del tuo aiuto, che servirà a realizzare i lavori esposti e a ridare al nostro paese questo simbolo di fede e di speranza per tanti.

Quaresima in Quarantena 3 – Giovedì 12 Marzo

Preparazione

  1. Preparare su un tavolo una tovaglietta dove mettere un crocifisso e una candela.
  2. Spegnere televisione, tablet e mettere il cellulare silenzioso.
  3. Aprire la bibbia sul Vangelo di Luca al Capitolo 16, i versetti sono 19-31
  4. I testi per la preghiera di oggi si trovano sul retro di questo foglietto
  5. Il tempo di questa piccola liturgia è di 10 – 15 minuti o di più.

Ordine della preghiera

  1. Segno di Croce: “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Amen.
  2. Un minuto di silenzio nel quale raccogliamo i pensieri e le preoccupazioni di questo giorno e li offriamo al Signore. Poi si ripete per tre volte: “Vieni Signore Gesù”.
  3. Si legga la Prima Lettura. Poi si reciti il Salmo ripetendo il ritornello.
  4. Il capofamiglia, o chi per lui, proclama il Vangelo.
  5. Dopo qualche istante di silenzio, si può leggere o ascoltare le meditazioni disponibili qui: Don Francesco 13.03.2020Don Simone 13.03.2020
  6. Successivamente i presenti possono condividere ciò che la Parola di Dio ha suscitato e un pensiero edificante per tutti.
  7. Recitiamo il Padre Nostro.
  8. Nell’impossibilità di ricevere il Sacramento dell’Eucarestia, si reciti la preghiera di comunione spirituale, senza correre, che trovate qui sotto.
  9. Alla fine ci si segna col segno di croce con le seguenti parole:
    Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen.” e si conclude con l’Ave Maria o con un canto liturgico come si preferisce.

Preghiera di Comunione Spirituale (per chi non riceve l’Eucarestia)

Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’ anima mia.
Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.  
 [pausa silenzio]
Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
non permettere che mi abbia mai a separare da te.
Eterno Padre, io ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo in sconto
dei miei peccati,  in suffragio delle anime del purgatorio e per i bisogni della Santa Chiesa.



Dal Libro del Profeta Geremia (Ger 17,5-10)

Così dice il Signore:

«Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore. Sarà come un tamerisco nella steppa; non vedrà venire il bene, dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.

Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato lungo un corso d’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti. Niente è più infido del cuore e difficilmente guarisce! Chi lo può conoscere?

Io, il Signore, scruto la mente e saggio i cuori, per dare a ciascuno secondo la sua condotta, secondo il frutto delle sue azioni».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Beato l’uomo che confida nel Signore.

Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccatori e non siede in compagnia degli arroganti, ma nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte.

È come albero piantato lungo corsi d’acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene.

Non così, non così i malvagi, ma come pula che il vento disperde; poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20, 17-28)

In quel tempo, Gesù disse ai farisei:

«C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.

Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”.

Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”.

E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».

Parola del Signore

Quaresima in Quarantena 2 – Mercoledì 11 Marzo

Preparazione

  1. Preparare su un tavolo una tovaglietta dove mettere un crocifisso e una candela.
  2. Spegnere televisione, tablet e mettere il cellulare silenzioso.
  3. Aprire la bibbia sul Vangelo di Matteo al Capitolo 20, i versetti sono 17-28
  4. I testi per la preghiera di oggi si trovano sul retro di questo foglietto
  5. Il tempo di questa piccola liturgia è di 10 – 15 minuti o di più.

Ordine della preghiera

  1. Segno di Croce: “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Amen.
  2. Un minuto di silenzio nel quale raccogliamo i pensieri e le preoccupazioni di questo giorno e li offriamo al Signore. Poi si ripete per tre volte: “Vieni Signore Gesù”.
  3. Si legga la Prima Lettura. Poi si reciti il Salmo ripetendo il ritornello.
  4. Il capofamiglia, o chi per lui, proclama il Vangelo.
  5. Dopo qualche istante di silenzio, si può leggere o ascoltare le meditazioni disponibili qui: Don Francesco 11.03.2020
  6. Successivamente i presenti possono condividere ciò che la Parola di Dio ha suscitato e un pensiero edificante per tutti.
  7. Recitiamo il Padre Nostro.
  8. Nell’impossibilità di ricevere il Sacramento dell’Eucarestia, si reciti la preghiera di comunione spirituale, senza correre, che trovate qui sotto.
  9. Alla fine ci si segna col segno di croce con le seguenti parole:
    Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen.” e si conclude con l’Ave Maria o con un canto liturgico come si preferisce.

Preghiera di Comunione Spirituale (per chi non riceve l’Eucarestia)

Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’ anima mia.
Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.  
 [pausa silenzio]
Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
non permettere che mi abbia mai a separare da te.
Eterno Padre, io ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo in sconto
dei miei peccati,  in suffragio delle anime del purgatorio e per i bisogni della Santa Chiesa.

Dal Libro del Profeta Geremia (Ger 18,18-20)

[I nemici del profeta] dissero: «Venite e tramiamo insidie contro Geremìa, perché la legge non verrà meno ai sacerdoti né il consiglio ai saggi né la parola ai profeti. Venite, ostacoliamolo quando parla, non badiamo a tutte le sue parole».

Prestami ascolto, Signore, e odi la voce di chi è in lite con me.

Si rende forse male per bene?

Hanno scavato per me una fossa.

Ricòrdati quando mi presentavo a te, per parlare in loro favore, per stornare da loro la tua ira.

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

Salvami, Signore, per la tua misericordia.

Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, perché sei tu la mia difesa. Alle tue mani affido il mio spirito; tu mi hai riscattato, Signore, Dio fedele.

Ascolto la calunnia di molti: «Terrore all’intorno!», quando insieme contro di me congiurano, tramano per togliermi la vita.

Ma io confido in te, Signore; dico: «Tu sei il mio Dio, i miei giorni sono nelle tue mani». Liberami dalla mano dei miei nemici e dai miei persecutori.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20, 17-28)

In quel tempo, mentre saliva a Gerusalemme, Gesù prese in disparte i dodici discepoli e lungo il cammino disse loro: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani perché venga deriso e flagellato e crocifisso, e il terzo giorno risorgerà».

Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».

Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Parola del Signore

PER LA MEDITAZIONE E LA PREGHIERA:

In questi giorni in cui non possiamo “bere al calice” dell’eucarestia … come mi sto unendo alla morte e resurrezione di Gesù?

Che senso ha la sofferenza?

Contempla qualche minuto il Crocifisso..

Leggi la Lettera Apostolica di Giovanni Paolo II SALVIFICI DOLORIS.

Quaresima in Quarantena 1 – Martedì 10 Marzo

Ogni giorno una piccola “liturgia casalinga” per ascoltare la Parola di Dio e nutrirsi in tempo di Quaresima!

Quaresima in Quarantena   –   Martedì 10 Marzo 2020

LITURGIA FAMILIARE (a casa, da soli o insieme)

Preparazione

  1. Preparare su un tavolo una tovaglietta dove mettere un crocifisso e una candela.
  2. Spegnere televisione, tablet e mettere il cellulare silenzioso.
  3. Aprire la bibbia sul Vangelo di Matteo al Capitolo 23, i versetti sono 1 – 12
  4. I testi per la preghiera di oggi si trovano sul retro di questo foglietto
  5. Il tempo di questa piccola liturgia è di 10 – 15 minuti o di più.

Ordine della preghiera

  1. Segno di Croce: “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Amen.
  2. Un minuto di silenzio nel quale raccogliamo i pensieri e le preoccupazioni di questo giorno e li offriamo al Signore. Poi si ripete per tre volte: “Vieni Signore Gesù”.
  3. Si legga la Prima Lettura. Poi si reciti il Salmo ripetendo il ritornello.
  4. Il capofamiglia, o chi per lui, proclama il Vangelo.
  5. Dopo qualche istante di silenzio, si può leggere o ascoltare una delle meditazioni disponibili qui: Don Francesco 10.03.2020Don Simone 10.03.2020
  6. Successivamente i presenti possono condividere ciò che la Parola di Dio ha suscitato e un pensiero edificante per tutti.
  7. Recitiamo il Padre Nostro.
  8. Nell’impossibilità di ricevere il Sacramento dell’Eucarestia, si reciti la preghiera di comunione spirituale, senza correre, che trovate qui sotto.
  9. Alla fine ci si segna col segno di croce con le seguenti parole:
    Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. Amen.” e si conclude con l’Ave Maria o con un canto liturgico come si preferisce.

Preghiera di Comunione Spirituale (per chi non riceve l’Eucarestia)

Gesù mio, io credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento.
Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’ anima mia.
Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente,
vieni almeno spiritualmente nel mio cuore.  
 [pausa silenzio]
Come già venuto, io ti abbraccio e tutto mi unisco a te;
non permettere che mi abbia mai a separare da te.
Eterno Padre, io ti offro il Sangue Preziosissimo di Gesù Cristo in sconto
dei miei peccati,  in suffragio delle anime del purgatorio e per i bisogni della Santa Chiesa.

Dal Libro del Profeta Isaia (Is 1,10.16-20)

Ascoltate la parola del Signore, capi di Sòdoma; prestate orecchio all’insegnamento del nostro Dio, popolo di Gomorra!

«Lavatevi, purificatevi, allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni.

Cessate di fare il male, imparate a fare il bene, cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia all’orfano, difendete la causa della vedova».

«Su, venite e discutiamo – dice il Signore. Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve.

Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana. Se sarete docili e ascolterete, mangerete i frutti della terra.

Ma se vi ostinate e vi ribellate, sarete divorati dalla spada, perché la bocca del Signore ha parlato».

Parola di Dio

Salmo Responsoriale

A chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio.

Non ti rimprovero per i tuoi sacrifici, i tuoi olocàusti mi stanno sempre davanti. Non prenderò vitelli dalla tua casa né capri dai tuoi ovili.

Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza, tu che hai in odio la disciplina e le mie parole ti getti alle spalle?

Hai fatto questo e io dovrei tacere? Forse credevi che io fossi come te! Ti rimprovero: pongo davanti a te la mia accusa.

Chi offre la lode in sacrificio, questi mi onora; a chi cammina per la retta via mostrerò la salvezza di Dio.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,1-12)

In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:

«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.

Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.

Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.

Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».

Parola del Signore

Ultime disposizioni sulla vita parrocchiale a seguito dell’epidemia di Coronavirus valide fino al 3 Aprile 2020

SANTA MESSA: Sospese tutte le sante messe con la presenza dei fedeli, ivi compresi funerali e matrimoni. Il ricordo dei defunti verrà fatto dal sacerdote nella Santa Messa celebrata a porte chiuse e senza il popolo per presentare a Dio sull’altare tutte le nostre intenzioni.

FUNERALI: si potrà celebrare il rito funebre senza la Santa Messa, direttamente al cimitero, in presenza dei solo familiari stretti.

CHIESA APERTA: la Cappella di Santa Maria delle Grazie (davanti alla chiesa di Sant’Andrea a Bagnaia) sarà aperta da lunedì a sabato dalle 10 alle 19 per la preghiera personale, perché questa epidemia non spenga lo Spirito in questo tempo forte di Quaresima. In Chiesa troverete le indicazioni per la preghiera da portare a casa, insieme ad alcune letture (libri e sussidi) per la meditazione, lo studio e la preghiera personale.

ADORAZIONE EUCARISTICA: tutti i pomeriggi dalle 17 alle 18 a Bagnaia. Alla Chiesa di San Pio a Castel del Piano l’adorazione eucaristica sarà tutti i giorni dalle 8 alle 18.

CONFESSIONI: il giovedì pomeriggio dalle 15 alle 20 sarà possibile confessarsi individualmente presso la Cappella di Santa Maria delle Grazie (Bagnaia).

BENEDIZIONI DELLE CASE: sospese fino al 3 Aprile. Presumibilmente dopo Pasqua e comunque quando sarà possibile riprenderanno con un nuovo calendario che verrà comunicato.

SOSPESE TUTTE LE ALTRE ATTIVITA’ di catechesi (catechismo), oratorio e simili.

RAPPORTARSI COL SACERDOTE E IL DIACONO non è sospeso! In particolare in questo tempo riscopriamo la pastorale del telefono e della lettera scritta, visto che per precauzione bisogna limitare i contatti. Non esitiamo a tenerci aggiornati sulla nostra vita fisica e spirituale e che questo tempo di disgrazia diventi tempo della grazia di Dio. SENTIAMOCI ALMENO PER TELEFONO!

Bagnaia, Lunedì 9 Marzo 2020

Disposizioni della Chiesa Italiana e Umbra vigenti fino al 3 Aprile 2020

NOTA DELLA CHIESA CATTOLICA ITALIANA – C.E.I

La Chiesa che vive in Italia e, attraverso le Diocesi e le parrocchie si rende prossima a ogni uomo, condivide la comune preoccupazione, di fronte all’emergenza sanitaria che sta interessando il Paese.

Rispetto a tale situazione, la CEI – all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione – in queste settimane ha fatto proprie, rilanciandole, le misure attraverso le quali il Governo è impegnato a contrastare la diffusione del “coronavirus”.

Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, entrato in vigore quest’oggi, sospende a livello preventivo, fino a venerdì 3 aprile, sull’intero territorio nazionale “le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”.

L’interpretazione fornita dal Governo include rigorosamente le Sante Messe e le esequie tra le “cerimonie religiose”. Si tratta di un passaggio fortemente restrittivo, la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza del Decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica.

Roma, 8 marzo 2020

CONFERENZA EPISCOPALE UMBRA – UFFICIO STAMPA CEU

CORONAVIRUS: NOTA DELLA CONFERENZA EPISCOPALE UMBRA DELL’8 MARZO 20204

 A seguito del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri entrato in vigore quest’oggi 8 marzo per contrastare la diffusione del “coronavirus”, e a completamento della Nota della Conferenza Episcopale Umbra del 5 marzo u.s. i Vescovi della Regione Ecclesiastica stabiliscono la sospensione della celebrazione di tutte le SS. Messe feriali e festive con la presenza dei fedeli in tutte le chiese e santuari della Regione, fino a venerdì 3 aprile p.v. compreso.

Tra le “cerimonie civili e religiose” il Decreto governativo include esplicitamente anche i funerali. Il rito funebre dovrà dunque essere celebrato senza Messa, direttamente al cimitero, alla presenza dei soli stretti familiari, secondo quanto previsto al cap. IV del Rito delle Esequie.

Queste ulteriori restrizioni generano sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. Attraverso il grave sacrificio richiesto ai credenti, la comunità cristiana intende assicurare il proprio significativo contributo alla tutela della salute pubblica, collaborando lealmente con le Istituzioni civili in questo momento di emergenza nazionale.

Nell’impossibilità di adempiere al precetto festivo ai sensi del can. 1248§2, i fedeli sono invitati a dedicare un tempo conveniente all’ascolto della Parola di Dio, alla preghiera e alla carità; possono essere d’aiuto le celebrazioni trasmesse tramite radio, televisione e in streaming sui siti internet e sui social. L’accesso ai luoghi di culto sia consentito ai singoli fedeli che vogliano recarvisi per la preghiera individuale, avendo cura che venga osservata la distanza di precauzione igienica.

Assisi, 8 marzo 2020