Durante i lavori, il parroco Margaritoni fu costretto a superare notevoli difficoltà provocate, sia da alcuni parrocchiani, le cui critiche erano giunte all’orecchio del Vescovo, sia dalla Pretura, che non permettevala vendita di alcuni fondi di proprietà della Confraternita del SS. Sacramento, ed infine da una malattia, protrattasi per circa un anno, che colpì lo stesso parroco. Nonostante tutto la chiesa fu portata a termine.
L’ingegnere Mencarelli si occupa di organizzare la costruzione della nuova chiesa che sorgerà al posto dell’antico edificio. I lavori si svolgono dal 1887 al 1889. Il campanile è distaccato dalla chiesa e si erge su una delle quattro antiche torri del castello di Bagnaia.
La nuova chiesa venne ricostruita più lunga e più larga della precedente. E’ di sobrio stile classicheggiante. All’interno dli altari sono tre: l’altare maggiore e i due laterali, dedicati uno alla Madonna e uno a Gesù Crocifisso[1]. Ad una sola nacata, con tre campate ed un abside semicircolare, coperta di volte, sostenute da archia a tutto sesto. La lunghezza della nave è di m. 16,80, la larghezza di m. 10,20, il presbiterio lungo m. 4,15, il coro m. 3,55. Per tutto il perimetro della chiesa, addossati alle pareti, vi sono 20 pilastri, sormontati da capitelli in stucco, di buona lavorazione, che sostengono un cornicione, che gira tutto l’interno della chiesa. Nell’orchestra, a forma circolare, delimitata da una ringhiera in ghisa, nel dietro dell’abside, sorgeva un organo rimesso a nuovo dal cav. Nicola Morettini. Fu costruito pure un pulpito, sopraelevato a forma di terrazzo, con una porta d’ingresso dalla casa canonica.
La volta fu dipinta in azzurro stellato, mentre le pareti furono dipinte a damasco e le colonne con i classici scanelli. Il tutto opera di Coriolano Mazzerioli.
All’esterno, la facciata, intonacata e tinteggiata, fu dotata di un timpano con riquadratura in terracotta; al centro della facciata un rosone, pure in terracotta, e, sopra la porta, una lunetta, che, più tardi, porterà raffigurata l’immagine dell’Apostolo Andrea.
Terminati i lavori avanzarono, cosa rara, dei denari, che servirono poi all’acquisto di oggetti utili all’arredamento della stessa chiesa e per l’installazione di una calamita sul campanile.
Conosciuta la cosa, Mons. Foschi lodò parroco e parrocchiani, sia per il sopravanzo, sia per come era stato impiegato; anzi, approfittando della circostanza, li lodò pure per il contributo che non avevano mancato di dare per il giubileo del 1887, nonostante fossero nelle grandi spese della costruzione della chiesa.
[1] Il Crocifisso, adonta delle molte verniciature, rivela la sua origine cinquecentesca, di spontanea quanto rude fattura e sincerità d’espressione. Fu donato dal Canonico Eustachio Vignaroli l’anno 1878.